mercoledì 9 settembre 2009

Enrico Nascimbeni: "L'amore ai tempi di MySpace"

Eccolo qui il libro di Enrico Nascimbeni, il “Capitano”, il Giornalista il Cantautore di queste ultime stagioni dove, grazie al Web ha raccolto tanti successi. Qui davanti a me poggiato sulla mia caotica scrivania, dove il libro svetta. La Copertina innanzi tutto: una Marlboro da accendere, i capelli d’arruffo, l’orecchino che sporge e la barba di qualche giorno prima. Poeta maledetto? Boh, non so fate voi!
Eccolo qui “L’amore ai tempi di MySpace" che delinea al suo esordio poetico i lati di un quadrato, un ring d'amore, che impone all'Io di esprimere la concretezza del suo mondo “virtuale”.
Eccolo qui il libro da odorare e da leggere comodamente sdraiati su una longue-chaise al riparo dal sole cocente, anziché costretti a leggerlo su una sedia davanti ad una schermo luminescente che ti brucia gli occhi e ti pialla, quando scrivi, i polpastrelli.
Eccolo qui il verso, il guizzo della non-poesia, come l'autore si ostina con modestia a dire, nonostante permanga il gioco incessante degli specchi negli occhi dell’altro, come nell’occhio di sé, o di un padre diventato angelo e Dio. E’ percettibile, però, la conoscenza della realtà: l’occhio dell’altro, o il nostro, trema, e si fa luce dell’altrui presenza. Ma il guizzo della sua poesia, il momento in cui la domanda è già una risposta, dura un solo istante.
E’ proprio di un poeta sostare, provare a trattenersi nel cuore della contraddizione e attendere dai versi la domanda che è una risposta, e, tuttavia, percepire il senso di parlare sopra il nulla, del dire il non dire, esprimere l’evanescenza imprendibile del vivere, l’estinguersi della stessa corporeità della rapida inconsistenza dell’istante ricco, però, di tanta pienezza:”Io ho provato…/Lo giuro su un paio di mutandine di pizzo/ che ho provato per tutta la vita/a capire la vita./Zero/Nulla”…
E questa sarebbe non-poesia? A me sembra una cifra molto alta, talmente alta da influire sulla forma, mossa dalla ragione e dall’amore che illustra tutto il suo raccontarsi. Diceva Octavio Paz che “la poesia non è solo una tecnica artistica, ma una visione generale delle cose” dunque non un vano gioco di parole ma una vicenda dell’anima, un riconoscersi nello spirito cose, del resto, che lui fa abitualmente, invitando i suoi lettori e frequentatori di Space a farlo.
“Se avessi le mani sporche d’inchiostro/non le laverei/ ma ti imbratterei il viso di blu di Prussia” Contraddizioni? No, proiezioni su uno schermo bianco di lavori poetici.
Questa è una poesia fondata sull'addizione delle cose e sulla sincerità d'espressione che tutto concede al dato sentimentale, lasciato scorrere attraverso un vasto repertorio di idee, di spunti superbi (mi sono comprato uno specchio/domani guarderò dentro/ nell'inutile ricerca di un riflesso cobalto) e ambiti di elezione della vita più esplorati che esploranti. Forse per questo il suo linguaggio “non-poetico” non fissa mai metafore decadenti,“scatta una foto/per non dimenticare”, ne è l'esempio, ma annota e disegna il pulsare della vita intorno a se.
Quale lingua potrà mai dissetarci, quali venti sollevarci, quali flutti portarci oltre tutte le perdite se non il canto, il canto immortale della poesia. E questo libro è pronto per dare emozioni, utile per trovare, almeno, parvenze di salvezza dell’anima.
Ha ragione Roberto Vecchioni quando nella sua dotta prefazione al libro ricava questa considerazione:”Caro Enrico, questo ha visto tuo padre. Ha visto che sei un poeta.”
L'amore ai tempi di MySpace è un libro che oltre a coinvolgere va dritto al cuore delle situazioni e delle cose. Insomma, un libro da non perdere che serve anche a riparare qualche cuore graffiato.

Frator


Enrico Nascimbeni, “Non-Poesie” - L'amore ai tempi di MySpace –
Ed. Paradisi di carta – Euro 12,00

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