giovedì 26 novembre 2009

Quei terroristi del Giornale


La crisi rende nervosi, crea paura, confonde, e costringe molti a fare due lavori. Come non essere solidali quindi con Francesco Guzzardi, il valoroso cronista ligure de Il Giornale costretto a scriversi da sé le lettere di minaccia firmate Brigate Rosse, a consegnarle in redazione, a leggere con commozione le mail di solidarietà dei lettori? Tutto da solo! Ci chiediamo con angoscia cosa abbia dissuaso Francesco Guzzardi, questo eroe del suo tempo (e purtroppo pure del nostro) dallo spararsi ad un piede, dal rapirsi da solo. Pare di vederlo, nel sonno, che si urla da solo “comunista!” magari che studia come gambizzarsi e poi dichiara(ma questo è vero):”Se chi ha scritto questo messaggio intendeva intimorirmi o addirittura costringermi a tacere, è bene che se lo tolga subito dalla testa”. Bravo Guzzardi! Non lasciarti intimorire dalle lettere di minaccia che ti scrivi! Va detto che la lettera minatoria, vergata a mano, con la stella a cinque punte e la scritta Brigate Rosse non era di quelle piacevoli. Diceva testualmente:”Non abbiamo ancora deciso se spaccare il culo prima al vostro servo Guzzardi l'infame della Val Bisagno e degli altri sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete”(la punteggiatura è tutta sua). Non esattamente il solito linguaggio brigatista, tanto che qualcuno si era preoccupato: Dove andremo a finire se anche le Br cominciano a scrivere come un concorrente del Grande Fratello? La Digos di Genova, per fortuna, ha messo le cose a posto: è bastato far scrivere due righe al Guzzardi per capire che la vitima delle minacce e il minaccioso brigatista erano la stessa persona. Per fortuna ora è tutto chiarito, possiamo rilassarci, smettere di tremare, leggere con qualche divertimentto le lettere di solidarietà all'autominacciato che se la prendono con quei cattivoni dei comunisti. E magari andarsi a ripescare le dichiarazioni dei giorni scorsi sul pericolo terrorista. Il ministro Sacconi:”Prosciugare l'acqua in cui nuotano i pesci dell'eversione!” Giusto! Bravo! Prenda un po' di carta assorbente e vada a Il Giornale. Li c'è da far bene.

Alessandro Robecchi dal Manifesto di oggi.

lunedì 23 novembre 2009

I processi? Saranno gli alleati a far cadere Berlusconi



Yascha Mounk, giornalista e politologo di Harvard, direttore della rivista politica The Utopian, analizza la situazione italiana: «Un centrodestra irresponsabile che non difende i valori democratici e un centrosinistra inefficiente». Berlusconi? «Il pericolo maggiore per lui non sono i processi ma i suoi alleati. Bisogna guardare con attenzione a Fini».



La politica italiana vive il paradosso di un esecutivo sulla carta solido e con un’ampia maggioranza parlamentare che si sta autodistruggendo: liti tra ministri, gelo tra Berlusconi e Fini, insulti tra Fini e Bossi. Crisi di governo o crisi di sistema?

«Per il sistema politico italiano Paolo Guzzanti ha parlato di “mignottocrazia” evocando la serata dei Telegatti, le belle ragazze che diventano ministro. A mio avviso è piuttosto una “magniacciacrazia”, dove magnaccia è qualcuno interessato solo a se stesso e che utilizza il potere per i propri scopi. È chiaro che se in una squadra ognuno ha il proprio traguardo personale, è difficile lavorare insieme in modo collaborativo. Questa è la situazione del governo».


Un gruppo di persone in ordine sparso?
«Berlusconi pensa ai suoi processi, Bossi al Nord. L’instabilità è causata dall’assenza di un programma politico con obiettivi e valori condivisi. Per forza si creano tensioni».

Cosa vede dietro l’angolo?
«Ovviamente non so se il governo cadrà. Gli italiani guardano a Berlusconi con una certa paura per il suo potere. Ma dimenticano che non ha la grandezza di idee nè la personalità per essere davvero pericoloso per la democrazia. Il premier non è ideologico: si limita a perseguire i suoi interessi».


Impegnare le Camere, i consigli dei ministri, il suo partito, per escogitare uno scudo giudiziario efficace non è dannoso per la governabilità del Paese, e quindi per la democrazia?
«Certo, l’accanimento a prescrivere i processi crea danni terribili. Ma il vero rischio non è lui, che non ha nè l’immaginazione nè un programma con valori pericolosi, è che dopo di lui arrivi qualcuno con obiettivi più vasti. Noi diciamo: “dietro ogni zero può esserci un Nerone”.


Il peggior nemico di Berlusconi sono i giudici o i suoi alleati?
«I guai giudiziari non lo faranno cadere: può sempre varare l’ennesima versione del processo breve. In un altro Paese sarebbe oltraggioso e inaccettabile, ma in Italia Berlusconi resta popolare, anche grazie ai media che possiede. Il pericolo viene dai partner di coalizione, che però forse decideranno di liberarsi di lui perché c’è una sentenza. Le due questioni, come vede, sono legate».

Chi potrebbe osare tagliare il cordone ombelicale? Fini?
«È il personaggio da seguire con attenzione. La sua azione è guidata dall’ossessione di dimostrare che è un uomo diverso dal passato. Non so se ci credo, ma è un fatto rilevante. Continuando a evocare la Costituzione, a un certo punto potrebbe trovarsi al punto di rottura».

Quindi al Pd tocca sperare nel co-fondatore del PdL?
«L’Italia ha bisogno di un grande partito di centrodestra che difenda i principi democratici e di un grande partito di centrosinistra. Al momento invece ha una destra irresponsabile e una sinistra inefficiente».


Perché il Pd non decolla?
«Vede, l’Italia non è un Paese di destra ma la maggioranza dei politici di sinistra ritiene che lo sia. Hanno uno spettro politico lineare e monodimensionale. Ma persone come Schroeder, Blair, Jospin e poi Zapatero hanno capito che si può cambiare l’agenda inventando altri temi che rendano inutile la domanda se siano di destra o di sinistra. Anzichè preoccuparsi dei voti dei cattolici di centro, il Pd potrebbe creare una nuova visione dell’Italia e degli italiani, come è stata la Cool Britannia di Blair, affascinando e mobilitando così gli apolitici e gli astenuti».


E questa «Cool Italia» che lineamenti avrebbe?
«Una concezione più laica e più moderna nei rapporti sociali. Mi ha rattristato che Bersani, pochi giorni dopo l’insediamento, si sia detto contro la sentenza europea che ha tolto i crocifissi dalle aule. Poi sarebbe molto importante un movimento popolare di giovani contro il nepotismo che vi affligge. È scandaloso che l’opposizione non faccia nulla contro questa riedizione delle corporazioni medievali».

Lei vede una società più avanti dei suoi politici di riferimento.
«Ascoltando i politici l’Italia sembra un Paese tradizionalista e conservatore, ma se la visiti ti rendi conto che non è così. C’è grande spazio per un leader di sinistra carismatico».

Federica Fantozzi- L'Unità

23 novembre 2009

sabato 21 novembre 2009

La moralità è una cosa seria!




«Prima del mio avvento in politica gli elettori votavano senza conoscere il programma, gli alleati e il nome del premier. Noi abbiamo fatto l'opposto, abbiamo portato una nuova moralità in politica che è non solo non rubare, ci mancherebbe altro, ma mantenere le promesse fatte agli elettori».

Intervento di Berlusconi in Arabia Saudita.

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Transazione del bene dentro il male



Il fuoco di Brenda

Nella città segreta vestita dai potenti,
di fondamenta assassine e dei reietti
delle puttane vestali appresso a un dio,
è data al fuoco la transizione di Brenda.

Che abbruciata nel nosto inferno è morta
affogata la memoria, "non se ne poteva più
della vita?", quella che noi abbruceremmo?
Non ne potevano più del corpo suo testimone.

della Roma de-genere che uccide nelle donne
il possibile, negli uomini la tenerezza,
dilapida allargate le periferie, le croci buie,
luci nuove africane, occhi ucraini bengalini.

"Noi sappiamo chi è stato ma non abbiamo prove"
sappiamo che l'incendio è stato appiccato
dalla caccia all'uomo degli indifferenti
che i giorni attraversano con la doppia lama.

Dai Ponti a Tor di Quinto i partigiani
accendevano l'alfabeto delle sigarette
di qua, di là dalle piene del fiume.
Noi non abbiamo più segnali del passaggio.

Se hanno messo nelle sacre vie una targa
a Dohuet inventore dei bombardamenti aerei
portiamo fiori a Brenda, scandalo in sorriso
perché transazione del bene dentro il male

Ché una princesa mai muore. Solo di lei resta
cantaride nell'aria, sospesa rosa porporina.

Tommaso Di Francesco

Immagine tratta da Dagospia

venerdì 20 novembre 2009

Napule è...




* A Napoli ci sono cantieri della metropolitana aperti da 30 anni.
Un vecchietto si avvicina agli operai, li guarda e dice:
"Scusate, voi state scavando da trent'anni.
Ma stà cazz… e’metropolitana a state FACENDO, o a state CERCANDO?

* "Un vigile napoletano si accosta
a un automobilista incredibilmente fermo al semaforo rosso.
"Bravo !! Lei è un esempio di civiltà. Il Comune le
regalerà 1000 euro. Cosa ne farà?"
- "Mah …. Penz ca stavota m'accatt 'a patente."

* Un tizio sta parcheggiando in sosta vietata.
Gli si avvicina una bella vigilessa e gli dice:
"Guardi, che sono trentacinque".
Il napoletano la guarda bene e risponde: "E vabbè, sagli."

* Ospedale a Napoli. Il paziente al dottore: "Dottò, ma l'operazione di
appendicite è pericolosa?"
"Macché. Solo a uno su mille succede qualcosa."
"Dottò ! e diciteme …. a che nummero stamm?"

* Il controllore del pullmàn dopo aver osservato attentamente il biglietto di
un viaggiatore napoletano: "Ma questo biglietto è di ieri!"
"Azz. .. E tu mò te ne vieni?"


* L'impiegato di banca a un napoletano: "Guardate che questo assegno mi è
tornato indietro."
"E se vede che s'è affezionato.."

...ma come faremmo senza i napoletani?!?!?

martedì 17 novembre 2009

Studenti in piazza





Un unico slogan: "Riprendiamoci il futuro" e studenti in piazza ovunque, da Nord a Sud. E' la giornata internazionale per il diritto allo studio e le scuole, le università e le Accademie di Belle Arti e di Danza e la protesta anti-Gelmini la fa da padrona. Oltre cinquanta cortei in tutt'Italia, manifestazioni contro "la Repubblica delle banane", la cultura negata. "Il futuro è nostro. Riprendiamocelo". E lo sciopero studentesco dilaga bloccando le città.

lunedì 16 novembre 2009

Antonio Tabucchi : “Berlusconi ha abbassato il livello estetico”




Articolo di , pubblicato venerdì 10 ottobre 2008 in Francia.[Le Monde]

Lo scrittore italiano, autore, tra le altre opere, di Notturno indiano, è anche un analista incisivo e senza indulgenza della società italaina. Le Monde gli ha chiesto cosa pensasse dell’importanza della moda e, più in generale, dello stato della cultura nel suo paese.

L’Italia, dove l’arte e la bellezza sembrano far parte del patrimonio nazionale, è anche un paese diviso, in preda a movimenti politici e culturali contraddittori. E a forze deleterie. Quali sono le conseguenze di questi cambiamenti sull’idea del bello che si fanno gli Italiani? E sulla bellezza stessa? Attraverso un’acutezza tinta di collera, e senza la minima accondiscendenza, lo scrittore Antonio Tabucchi fornisce degli elementi in risposta a queste domande.

L’autore di Notturno indiano (edito da Christian Bourgois, 1986, / Sellerio 1984, premio Médicis étranger (premio per il miglior libro straniero per autori debuttanti, N.d.T.), di Sostiene Pereira (Bourgois / Feltrinelli, 1994), e di Tristano Muore (Gallimard/Feltrinelli, 2004), non è affatto alla sua prima presa di posizione in materia politica. Celebre per i suoi romanzi e i suoi racconti, che fanno di lui uno degli scrittori più appassionanti della sua epoca, Tabucchi è altrettanto famoso per il suo impegno, in particolare contro le derive italiane contemporanee. La preoccupazione politica, presente in numerosisuoi romanzi (Sostiene Pereira , in particolare, che divenne uno degli emblemi della resistenza al berlusconismo), è presente anche nelle sue numerose cronache, delle quali la più recente è stata pubblicata da Seuil / Feltrinelli, nel 2006, con il titolo L’oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando. In essa egli scrive : “Io parlo perchè sono. Quando la mia gola sarà piena di terra, smetterò di parlare. Allora sarà il silenzio. Un’eternità di silenzio mi attende. Ma prima che arrivi il silenzio eterno, voglio servirmi della mia voce. Della mia parola.”

C’è un’evoluzione dell’idea del bello in Italia?

Si è prodotto, di recente, qualcosa di significativo: il ministro dell’Istruzione ha previsto dei tagli alla spesa per l’università e la scuola, ma ha decretato che tutti gli alunni di scuola elementare dovranno indossare dei grembiuli disegnati da uno stilista. Un’uniforme, quindi, ma ideata da un creatore… Come ha detto recentemente il fotografo Oliviero Toscani, noi Italiani moriremo ignoranti, ma eleganti.

Da noi l’eleganza è un prodotto di esportazione, di commercio. Vi è, all’interno dell’amministrazione, una sorta di sotto-ministero incaricato del made in Italy. Allo stesso tempo , gli istituti culturali italiani hanno visto le loro risorse diminuire in maniera consistente. Più passa il tempo e più la cultura italiana rischia di essere rappresentata non dai libri o dalla pittura, ma da questa etichetta commerciale del made in Italy.

In che modo questa evoluzione dell’estetica convive con uno dei patrimoni artistici più ricchi del mondo?

Durante il suo precedente governo [2001-2006], Silvio Berlusconi aveva previsto di privatizzare i musei. Per esempio, voleva affidare la gestione degliUffizi, a Firenze, ad una multinazionale. Questo suscitò reazioni indignate da parte dei direttori della maggior parte dei grandi musei europei, il Louvre, il Prado. Più di recente, in un articolo pubblicato da La Repubblica, Salvatore Settis, archeologo e storico di fama, responsabile del patrimonio artistico italiano (una funzione chenon fa capo al governo), ha denunciato le gravi responsabilità dei governi successivi in merito al patrimonio artistico : l’abbandono, la mancanza di cure e i bruschi tagli alle risorse economiche. Il governo Berlusconi l’ha minacciato di licenziamento. E’ rimasto al suo posto grazie al sostegno dell’opinione pubblica.

La fontana di Trevi o il Colosseo non sono importanti solo per ciò che sono, ma perchè ci sono occhi che li guardano. Certamente questi monumenti hanno continuato a esistere durante il periodo fascista e l’occupazione nazista, ma quando non ci sono più persone che possano apprezzarli per il giusto valore, essi perdono il loro significato. La sensibilità alla bellezza appartiene a un momento storico e non al patrimonio genetico di una persona. E’ culturale, e quindi bisogna insegnarla.

Da quando la percezione del bello in Italia ha cominciato a cambiare?

Innanzitutto, chiariamo il termine “bello”. In senso filosofico l’estetica è stata oggetto di numerose teorie. Quella che ha prevalso, in particolare in Francia, è la concezione fenomenologica: il bello è guardato attraverso la percezione sensibile. Ma altri filosofi, Jankélévitch e Ricoeur, ad esempio, insistono sul carattere ontologico del bello: l’estetica deve essere legata all’etica. L’importanza del bello non dipende solo dall’oggetto stesso, ma dal suo carattere morale e sociale.

Se partiamo da questa definizione, si giunge alla questione italiana nel modo seguente: fin dall’inizio degli anni ‘80, si assiste, sui canali televisivi che appartengono a Berlusconi, a un lavoro che mira ad abbassare il livello estetico, dal punto di vista della percezione sensibile. Facciamo un esempio: se vedere una persona che sputa è considerato brutto, e la tv valorizza questo gesto, essa valorizza la bruttezza.

Si è prodotta una sorta di corrosione nel corso degli anni. La progettazione dei programmi è stata affidata a persone che lavorano nella comunicazione, che hanno lavorato senza tregua per rendere più volgari i contenuti, con l’occhio fisso agli indici di ascolto. Hanno praticato l’anatema generalizzato, la distruzione del buon gusto, della cittadinanza, del “saper vivere insieme”. L’Italia è al momento un paese teso, dove voi dite buongiorno e non sempre vi si risponde. E gli Italiani passano tra le quattro e le cinque ore davanti al televisore. Per l’80% di essi, la televisione è l’unica fonte d’informazione.

Com’è possibile che tale volgarità abbia attecchito tra gli italiani?

Il buon senso ci dice che è molto più facile insegnare il peggio che il meglio. La creatura umana è innanzitutto un animale: l’educazione alla bellezza, alla cittadinanza, rivela un contratto sociale che impone degli impegni. E per motivi d’audience, la televisione pubblica ha seguito l’escalation della volgarità.

Quanto a sapere perchè Berlusconi ha potuto portare avanti questo processo di corrosione mediatica… Ciò dipende, inizialmente, da una legge anticostituzionale: Bettino Craxi, ex presidente del Consiglio socialista e grande amico di Berlusconi [accusato di corruzione, all'interno dell'operazione "Mani pulite", è fuggito in Tunisia nel 1994, dove poi è morto], gli ha dato il permesso di sfruttare il canale Retequattro. Adesso, Berlusconi è sotto processo per uso abusivo delle frequenze analogiche e il Parlamento Europeo hadichiarato che il regime d’assegnazione delle frequenze non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi – tuttavia, ciò non ha cambiato nulla.Cose del genere possono succedere in Turkmenistan, ma non dovrebbero accadere in Europa.

Penso che l’Italia sia sempre stato un paese all’avanguardia, sia nel bello che nello sciatto: ha inventato il Rinascimento ed il fascismo, dopodiché li ha esportati molto bene. Adesso, è all’avanguardia per una certa forma di mediatizzazione: gli uomini politici hanno capito che la cosa più importante non sono le idee, ma il modo in cui essi appaiono sullo schermo. Ma attenzione: non bisogna vedere l’Italia come uno zoo, come un mondo sotto una campana: essa forse prelude a un futuro che ci interessa tutti…Quali sono le caratteristiche di questa corrosione mediatica? Tutti i programmi culturali, letterari o cinematografici sono totalmente scomparsi dagli schermi per lasciare il posto ai talk show, tra i quali c’è il programma della Rai “Porta a Porta”, di Bruno Vespa. Questo presentatore, per esempio, ha usato l’emozione generale causata da un infanticidio che ha avuto luogo qualche anno fa in una località di montagna: un bambino di 3 anni massacrato in una casa isolata, probabilmente da sua madre che aveva dei problemi psichici. Ebbene, gli Italiani hanno visto dozzine di programmi su tutte le ipotesi criminali possibili e immaginabili, con i dettagli più crudi teatralizzati.

Ci sono stati anche dei personaggi come Vittorio Sgarbi e Giuliano Ferrara che hanno presentato per anni, sulle tv di Berlusconi, dei programmispazzatura la cui “missione” era di normalizzare la volgarità. In una sua trasmissione, il Sig. Ferrara diffuse una rivoltante scena di un’esecuzione di un ostaggio in Iraq che tutti gli altri canali avevano scelto di non mostrare. Lo stesso dirige attualmente Il Foglio, un giornale di cui la moglie del Presidente del Consiglio è una dei proprietari. Nel 2003, egli confessò sulla prima pagina del suo giornale di essere stato un agente della CIA negli anni ‘80. All’epoca, era vicino a Craxi e quasi il suo consigliere personale. Era dunque strettamente legato alle istituzioni italiane, eppure collaborava con i servizi segreti di una potenza straniera. Le sua azioni appartengono al dominio dell’etica e della legge. Veniamo all’estetica, che è il tema della nostra conversazione: egli descrisse la sua fanfaronata dicendo che quando riceveva delle buste piene di dollari, nei giardini del Pincio, a Roma, provava dei “brividi erotici”. Tutti i commenti sono superflui.

Esiste un’estetica berlusconiana? L’idea del gusto che si fa Berlusconi?

E’ una persona che si fa fare un lifting e mette i manifesti. Idem per i suoi trapianti capillari: si fa filmare con un foulard sulla testa nel frattempo che l’innesto prenda. Berlusconi è un uomo di spettacolo, è da là che egli proviene. Ai suoi esordi, era animatore sulle navi da crociera. Ma il Berlusconismo non spiega tutto. Ci sono anche i suoi alleati. La Lega Nord, con le sue idee violentemente xenofobe, le sue camicie verdi e il suo folcloreda buffoni, le sue ricostruzioni del Medioevo di cartapesta, i suoi riferimenti a un sedicente passato celtico. Il 10% degli Italiani è d’accordo con questo, nelle regioni più prospere del paese – là dove dei contadini che si nutrivano di polenta adessoguidano le Ferrari. Questo modo di inventare le tradizioni e di metterle in scena serve a convincere persone culturalmente fragili. Ed è là che si cade nel grottesco.

Anche Mussolini era grottesco, lo si vede bene nel fimati dell’epoca, quest’uomo falsamente virile, petto in avanti, mento deciso, con la sua parlata gutturale. A quei tempi, i suoi avversari lo trovavano ridicolo. E tuttavia, una gran parte del popolo italiano lo amava.

In che modo la letteratura è influenzata da queste trasformazioni?

La letteratura? Povera lei! Non può entrare in competizione con tutto questo senza lasciarsi fuorviare. Per prendere una metafora olimpica, la letteratura perde necessariamente ai 100 metri – la televisione e i media in generale vincono sempre la corsa – ma ha più possibilità nella maratona. D’altrondenon c’è solo lei . Quanti artisti o scienziati italiani sono andati all’estero, per colpa dei budget? L’arte, come le discipline intellettuali, ha bisogno di molto ossigeno per espandersi. Se si comincia a sorvegliarla, a imbrigliarla, soffoca.

Ha l’impressione che le manchi l’aria in Italia? Ed è per questo che non ci vive praticamente più?

Uno scrittore porta sempre con sè il suo paese, perchè la sua vera Heimat [patria N.d.T.], la sua vera terra natale, è la sua lingua. “La mia patria è la lingua portoghese”, diceva Pessoa; io potrei dire la stessa cosa per l’Italiano. Ma io non mi sento in esilio e torno di tanto in tanto alla mia casa natale in Toscana. L’Italia è attualmente una “democrazia vigilata”, dove non c’è spazio per la libertà di parola. Da una parte, l’impero berlusconiano con quasi tutti i media, la distribuzione cinematografica, senza contare le case editrici e le agenzie assicurative; dall’altro lato, un piccolo spazio riservato al più grande partito d’opposizione, gli ex-comunisti del Partito Democratico, alcune banche, alcune amministrazioni locali, un pò di stampa. Non si può”disturbare” questo equilibrio. Di recente, ad esempio, Berlusconi, che èsotto processo per un grave reato di corruzione, ha presentato una legge che mira ad assicurare davanti ai giudici la propria immunità, quella dei due presidenti del Parlamento [Presidente della Camera e del Senato] edel presidente della Repubblica. E’ una legge anticostituzionale, perchè il terzo articolo della Costituzione garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Ora, il Presidente della Repubblica l’ha firmata il giorno dopo, quando aveva un mese per riflettere e per rimandarla in Parlamento. Ma se osate dire l’evidenza, e cioè che questa legge è anticostituzionale, venite immediatamente attaccati, non solo dalla stampa berlusconiana (o quella a lui favorevole, come il Corriere della Sera), ma anche dalla stampa “indipendente”, vicina al Partito Democratico. Una trentina di magistratidi fama sono stati trattati da incompetenti per aver firmato un manifesto quando questa legge infame è stata presentata. Ma perchè il Presidente della Repubblica, l’ex-comunista Napolitano, l’ha firmata? Se avanzate l’ipotesi più logica, cioè che anche lui consideri “utile” questa legge, avrete dei problemi. Capite perchè uno scrittore come me non abbia voglia di vivere in un clima del genere.

Per più di dieci anni ho denunciato sulla stampa l’infezione italiana: la corruzione, il conflitto di interessi, l’attacco dei politici contro la giustizia, l’arrivo trionfale della bruttezza, la caduta in basso della democrazia. Ma non vorrei, alla mia età, diventare un medico specialista: a forza di occuparsi di uno “Stivale”, si rischia di dimenticare il corpo al quale appartiene la gamba. Il mondo è vasto, e davanti ai grandi problemi del mondo, davanti alla grande bruttezza e alla grande bellezza del mondo, quelli dell’Italia sono piccoli problemi, della piccola bruttezza e della piccola bellezza.

sabato 14 novembre 2009

Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi

Ditelo in pubblico, al bar, al ristorante. Gridatelo in radio, ai semafori, scrivetelo ai giornali, inviate mail ai siti italiani e internazionali, alle caselle di posta dei deputati, dei senatori. "Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi". Non voglio passare la mia vita a inseguire l'ultimo Lodo Alfano, l'ultima ghedinata, l'ultima assoluzione per legge di un corruttore. Non voglio mettermi a discutere sull'ennesima legge ad personam, sulla presa per il culo della democrazia a ripetizione. Non sopporto più i servi che blaterano di riforma della giustizia nei programmi televisivi. Chedifendono l'indifendibile, pagati per mentire, coprire, ululare.
E' mai possibile che gli italiani, anche quelli rincoglioniti dalle televisioni, non abbiano un moto di rigetto, un conato di vomito a vedere la Repubblica Italiana trattata come una zoccola? Il Grande Corruttore ha corrotto forse ogni coscienza? Tutto ciò che ha toccato nella sua vita si è corrotto, decomposto. E' lui l'H1N1 della nostra democrazia. Un campione del falso perbenismo che ha trasformato ogni persona in un Capezzone: da Ratzinger a Bossi, da Fini a Bertone. Fa eccezione D'Alema che è un capezzone naturale.
Lo psiconano è un uomo in fuga, una vita in fuga dai processi, uno che ha sempre pronto un piano B per sfuggire alla Giustizia, e poi un altro piano B e un altro ancora. Milioni di piani B, fino alla consunzione del Paese. Un signore che ha permesso che Veronica Lario, madre di tre dei suoi figli, venisse messa con le tette al vento su Libero per averlo criticato. Che usa l'informazione come un ventilatore sparamerda su chiunque gli sia d'ostacolo. L'Italia merita di meglio, siamo diventati lo zimbello del mondo.
Questo vecchio di settantaquattro anni ha fatto il suo tempo come la compagnia di giro che ha messo insieme per proteggersi e che ammorba l'informazione e il Parlamento. Arroganti e ridicoli. Finito Berlusconi (perchè finirà), dovremo pulire dalla sua merda le stalle d'Italia. Ci vorranno anni.

martedì 10 novembre 2009

Scodinzolini colpisce ancora

Dopo i celebri editoriali per rivendicare la censura sul caso Berlusconi-D’Addario e insultare i manifestanti per la libertà di stampa, ieri sera il manganello personale di Berlusconi, al secolo Augusto Minzolini, è tornato a parlare alla Nazione per conto terzi. Ha sferrato – “senza contraddittorio”, come direbbero i suoi mandanti - un durissimo attacco al pm antimafia Ingroia, accusandolo di difendere la legalità e dunque di sovvertire la Costituzione. Alla quale Minzo è tanto affezionato: infatti spiega che i costituenti (cita il suo vecchio amico De Gasperi) “avevano previsto l’immunità parlamentare per assicurare l’equilibrio fra i poteri”. Poi purtroppo fu abolita in seguito a fantomatiche “operazioni mediatiche” dopo Tangentopoli: un “vulnus che va sanato” ripristinandola. Naturalmente non è vero niente: i costituenti non avevano stabilito alcuna immunità, ma l’autorizzazione a procedere per preservare i politici di opposizione da processi per reati “politici”, funzionali o di opinione, non certo per reati comuni. Il Parlamento ne abusò per bloccare processi per mafia e tangenti. Poi, a furor di popolo, la abolì. È un peccato che nessuno possa raccontare la verità ai telespettatori del Tg1. Ma questo è il contraddittorio alla Scodinzolini: raccontare balle in beata solitudine.

Belfagor

lunedì 9 novembre 2009

Scintille


Scintille – Una storia di anime vagabonde

Mercoledì 11 novembre, uscirà il nuovo ibro di Gad Lernel Scintille – Una storia di anime vagabonde, pubblicato da Feltrinelli. Ecco una sintesi di copertina:

Gilgul, nella Qabbalah ebraica, è il frenetico movimento delle anime vagabonde che ruotano intorno a noi quando la separazione del corpo è dovuta a circostanze ingiuste o dolorose. Tanto violenti possono essere i conflitti che attendono gli spiriti rimasti sulla terra, che la tradizione parla addirittura di “scintille d’anime” prodotte dalla loro frantumazione.
Con questo libro inatteso, di straordinaria intensità e autenticità, Gad Lerner ha deciso di addentrarsi nel suo gilgul familiare, nelle “scintille d’anime” della sua storia personale. Suo padre Moshè reca il trauma della Galizia yiddish spazzata via dalla furia della guerra, e mai davvero trapiantata in Medio Oriente. Dietro di lui si staglia enigmatica la figura di nonna Teta, incompresa e dileggiata perchè estranea alla raffinatezza levantina della Beirut in cui è cresciuta Tali, la moglie di Moshè. Ma anche la Beirut degli anni Quaranta, luogo d’incanto senza pari, si rivela un recinto di beatitudine illusoria.
Vano è il tentativo di rimuovere lo sterminio degli ebrei d’Europa e la Guerra d’indipendenza nella nativa Palestina: anche se taciuti, questi eventi si riperquotono nella vicenda familiare generando malessere e inconsapevolezza. Le anime vagabonde nel gilgul reclamano di essere perpetuate nel riconoscimento, senza il quale non c’è serenità possibile. Il racconto si snoda da Beirut ad Aleppo, fino alla regione ucraina di Leopoli e Boryslaw, lo shtetl in cui perse la vita gran parte dei Lerner, per concludersi sorprendentemente al confine tra Libano e Israele, presediato dai soldati italiani, dove si riuniscono le molteplici nazionalità dell’autore. Così l’indagine sulla memoria e sui conflitti familiari si rivela occasione per un viaggio nel mondo contemporaneo minato dalla crisi dei nazionalismi, tuttora alla ricerca di convivenza armonica. Un itinerario attraverso nuove e vecchie frontiere che scava nel passato per rivelarne il peso sul presente. Una storia appassionante, felicemente sospesa tra biografia e reportage.

venerdì 6 novembre 2009

Il governo secondo Luttazzi: ce n'è per tutti!

È in uscita il nuovo libro di Daniele Luttazzi, «La guerra civile fredda» (Feltrinelli, pagg.228, euro 14). Eccone un’anticipazione.

Con la crisi economica che c’è, sono felice di avere questo governo e questi ministri. Felice in un senso nauseato. Credo che l’Italia sia un test, perché se le cose andassero davvero come si dice, gli italiani sarebbero incazzati. Ah, sono incazzati? Non è un test. Questi ministri rovesciano in piazza gente sempre più furibonda, prontamente identificata dalla polizia; il tutto nell’oblio coordinato del tg unico. Tremonti, ministro dell’economia. L’estate scorsa ha proposto una finanziaria approvata in nove minuti e mezzo che a furia di tagli fa sparire lo stato sociale e i vostri diritti: scuola, pensione, assistenza, previdenza. Tagli in una fase di crescita zero che adesso Tremonti si vanta di aver previsto. L’avevi prevista e hai fatto lo stesso una finanziaria di tagli? E nonostante il crack delle borse dici che nonverrà toccata? Ma cosa sei, stronzo? Allora sei stronzo! Arriva il crack delle borse, creato da decenni di deregulation, e Tremonti dice: - Occorre vietare bilanci falsi e paradisi fiscali -. Come se chi ha depenalizzato il falso in bilancio e fatto i condoni, in Italia, non fosse lui.

Ma Tremonti, dopo aver sfoggiato la capacità di programmazione economica di una zitella che gioca al lotto, dichiara solennemente: -Noi siamo il Paese che per l’economia reale ha fatto più degli altri.- Purtroppo per il nostro Roosevelt da arena estiva, fra i Paesi dell’Unione Europea l’Italia è l’unico che dà un contributo negativo ai pacchetti di stimolo fiscale: le misure anti-crisi hanno aumentato più le tasse delle spese. (Tito Boeri, la Repubblica, 13 marzo 2009) Intanto, secondo un sondaggio, il 90% degli anziani userà la «social card» per comprare una pistola. Maroni, ministro dell’Interno. Ha introdotto il reato di immigrazione clandestina, contro l’art.35 della Costituzione che riconosce la libertà di emigrazione. Come faccio a sopportare Maroni? Mi immagino uno spot leghista in tv con Borghezio nudo, la bocca sporca di sangue, in mano una spazzola per pulire i vetri. Borghezio fa un rutto e dice: - Mi sono appena mangiato unextracomunitario. - La Lega. Ne saremmo capaci. La Russa, difesa. È così felice dell’invio dei nostri Tornado da guerra in Afghanistan che ieri con un sorriso ha crepato un blindato. Brunetta, funzione pubblica. Brunetta è un incubo o sono le mie medicine? Ha esasperato quella strategia di comunicazione del potere pubblico che da vent’anni è imperniata sulla colpevolizzazione del cittadino. Pubblica amministrazione? I dipendenti lavorino in giacca e cravatta. Sicurezza? No ai poliziotti panzoni. Ricercatori precari? Lasciarne a casa il 60%. Ma qui Brunetta rassicura:-Risolveremo simultaneamente il problema dei precari e il problema della mancanza di organi per trapianti.- Uh? (Volevo vedere se stavate davvero seguendo.) Quello che Brunetta è per i lavoratori pubblici, Confindustria è per quelli privati. Il nuovo accordo proposto ai sindacati è: lavorare di più per vivere peggio. Voi accettereste? -Sì!- Bonanni, piantala! Alfano, giustizia. Il lodo Alfano salvava Berlusconi dai processi Mediaset e Mills. La Consulta l’ha bocciato, Berlusconi andrà a processo, fine del regno birbonico. Alleluja. Scajola, attività produttive. Scajola vuole a tutti i costi il nucleare, nonostante diversi premi Nobel l’abbiano circondato per spiegargli che è inutile, costoso, pericoloso e troppo inquinante. Il nucleare, non Scajola. Premi Nobel per la fisica. Come Scajola, del resto. Ma Scajola ha già varato l’Agenzia per la sicurezza nucleare: dovrà smaltire i nuovi rifiuti radioattivi. Se la ’ndrangheta non scompare prima. Bondi, ministro dei beni culturali. Quale giudizio migliore sull’attuale situazione culturale italiana? Bondi, col suo elmetto di carne, ministro dei beni culturali. Si è vantato di non capire nulla di arte moderna. Va alle mostre a fare le boccacce ai Picasso. Prestigiacomo, ambiente. Breve riassunto: il capitalismo mondiale sta immettendo nell’atmosfera una tale quantità di anidride carbonica che oceani e foreste non riescono più ad assorbirla. Questo causa il riscaldamento globale e crea disastri.

L’Unione Europea prepara un pacchetto di misure salvaclima, ma la Prestigiacomo, a nome dell’Italia, si OPPONE. Perché la Prestigiacomo è una ribelle. La Prestigiacomo è la Amy Winehouse dell’Unione Europea. Curiosità: la famiglia Prestigiacomo ha interessi in aziende petrolchimiche a Priolo, Siracusa, polo industriale fra i più vasti e i più inquinanti d’Italia. Altra curiosità: la Prestigiacomo, ministro dell’ambiente, ha rimosso i tecnici che indagavano sull’inquinamento da diossina dell’Ilva di Taranto. Padrone dell’Ilva? Emilio Riva, uno dei soci della cordata CAI/Alitalia. Fatevi da soli il collegamento. Io sono esausto. Calderoli, ministro della semplificazione delle leggi. Gliele fanno leggere: se le capisce Calderoli, le capiscono tutti. Carfagna. L’ho incrociata una volta per caso davanti a Montecitorio. Favolosa. Alta, prorompente, con quegli occhioni spalancati. Sapete perché ha quegli occhioni spalancati? Un giorno un suo amico le dice: –Mara, sei ministro.- E lei: -Cosa? (Spalanca gli occhi.) Le palpebre non sono più scese.

mercoledì 4 novembre 2009

La U.E : Via il crocefisso dalle scuole

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha emesso ieri una sentenza nella quale stabilisce che esporre il crocifisso nelle classi della scuola pubblica è contrario al diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose, e al diritto degli alunni alla libertà di religione.
«La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastische - si legge nella sentenza dei giudici di Strasburgo - potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso, che avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione». Tutto questo, proseguono, «potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose, o che sono atei».

lunedì 2 novembre 2009

Adieu, Alda.

Solo una mano d'angelo
intatta di sè, del suo amore per sè,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell'uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
Alda Merini

domenica 1 novembre 2009

C'è un Paese

C'è un Paese dove ti ammazzano in galera spezzandoti la schiena in due e dove i Carabinieri tentano l'estorsione;
C'è un Paese che sta primo in classifica nel mondo per diseguaglianza economica e dove c'è un cittadino su quattro che è disoccupato;
C'è un Paese che fa rientrare, in maniera anonima, i capitali mafiosi nascosti all'estero spendendo il 5% compresa l'opera omnia di Dell'Utri che spiega come farla franca;
C'è un Paese che si permette due o tre morti morti al giorno sul lavoro;
C'è un Paese dove la libertà di stampa è ai minimi storici e i giornalisti non allineati passano per comunisti;
C'è un Paese che finanzia con i soldi dei cittadini il film “Barbarossa” voluto da Bossi a cui nulla interessa dell'Italia dalla cintola in giù;
C'è un Paese dove ci sono i nazi che accoltellano gay e abbronzati ma ne parlano come se fossero degli intellettuali un po' sbandati;
C'è un Paese dove ci sono dei ministri che difendono le radici cristiane e adorano il dio Po e altre minchiate celtiche;
C'è un Paese dove ci sono ministri che dicono viva il posto fisso dopo aver creato milioni di precari;
C'è un Paese dove ci sono avvocati che studiano come accorciare la prescrizione, come spostare i processi e togliere dai guai il loro Capo;
C'è un Paese dove c'è uno che si chiama Signorini che guarda i filmini porno girati dai CC, si fa fare la copia, poi ne parla con Marina che gli dice che lo fa vedere al papà che lo guarda con interesse e consiglia al ricattato di pagare i ricattatori ma lui lo fa perché ama il proprio Paese e odia l'onestà!
C'è un Paese che non ci vede bene e non va dall'oculista!!!

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