
La storia ha tre protagonisti si chiamano Carlo, Anna Maria e Luca. I primi due sono una giovane coppia di sposi e il terzo è il loro bambino. Sono una famiglia normale, come ce ne sono tante in Brianza, che ad agosto, come ogni anno, va al mare. Carlo, Anna Maria e Luca salutano ì genitori dì lei, piccoli imprenditori locali, e partono con la loro macchina verso il luogo delle vacanze. Il caldo, le code, i caselli ...Storie quotidiane che si ripetono ogni estate. All'improvviso in autostrada la macchina si rompe. Non si può più proseguire. Carlo e Anna Maria decidono di tornare a casa, ma Luca insiste e alla fine scelgono di andarci in treno al mare. La mattina del 2 agosto 1980 alle ore 10.25 sono nella stazione di Bologna. Oggi i loro nomi sono scritti nella lapide di marmo che si trova nella sala d'aspetto di seconda classe.
La storia non finisce qui, la storia aggiunge a quelle vittime altri nomi Il papà di Anna Maria muore, subito dopo quell'ora pietrificata, di crepacuore. La mamma, la nonna di Luca, entra in monastero. Eppure questa storia non è solo una storia triste, una delle tante storie d'impunità della terra, è anche una piccola grande storia di resistenza. Ogni anno, anche quest'anno, sul quotidiano locale tutti i comaschi possono leggere un breve necrologio che ricorda i loro nomi. Ogni anno, la mamma di Anna Maria, paga, a sue spese, dal monastero, quel piccolo riquadro di memoria che ricorda a tutti i lettori de la Provincia, Carlo, Anna Maria e Luca.
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