lunedì 16 novembre 2009

Antonio Tabucchi : “Berlusconi ha abbassato il livello estetico”




Articolo di , pubblicato venerdì 10 ottobre 2008 in Francia.[Le Monde]

Lo scrittore italiano, autore, tra le altre opere, di Notturno indiano, è anche un analista incisivo e senza indulgenza della società italaina. Le Monde gli ha chiesto cosa pensasse dell’importanza della moda e, più in generale, dello stato della cultura nel suo paese.

L’Italia, dove l’arte e la bellezza sembrano far parte del patrimonio nazionale, è anche un paese diviso, in preda a movimenti politici e culturali contraddittori. E a forze deleterie. Quali sono le conseguenze di questi cambiamenti sull’idea del bello che si fanno gli Italiani? E sulla bellezza stessa? Attraverso un’acutezza tinta di collera, e senza la minima accondiscendenza, lo scrittore Antonio Tabucchi fornisce degli elementi in risposta a queste domande.

L’autore di Notturno indiano (edito da Christian Bourgois, 1986, / Sellerio 1984, premio Médicis étranger (premio per il miglior libro straniero per autori debuttanti, N.d.T.), di Sostiene Pereira (Bourgois / Feltrinelli, 1994), e di Tristano Muore (Gallimard/Feltrinelli, 2004), non è affatto alla sua prima presa di posizione in materia politica. Celebre per i suoi romanzi e i suoi racconti, che fanno di lui uno degli scrittori più appassionanti della sua epoca, Tabucchi è altrettanto famoso per il suo impegno, in particolare contro le derive italiane contemporanee. La preoccupazione politica, presente in numerosisuoi romanzi (Sostiene Pereira , in particolare, che divenne uno degli emblemi della resistenza al berlusconismo), è presente anche nelle sue numerose cronache, delle quali la più recente è stata pubblicata da Seuil / Feltrinelli, nel 2006, con il titolo L’oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando. In essa egli scrive : “Io parlo perchè sono. Quando la mia gola sarà piena di terra, smetterò di parlare. Allora sarà il silenzio. Un’eternità di silenzio mi attende. Ma prima che arrivi il silenzio eterno, voglio servirmi della mia voce. Della mia parola.”

C’è un’evoluzione dell’idea del bello in Italia?

Si è prodotto, di recente, qualcosa di significativo: il ministro dell’Istruzione ha previsto dei tagli alla spesa per l’università e la scuola, ma ha decretato che tutti gli alunni di scuola elementare dovranno indossare dei grembiuli disegnati da uno stilista. Un’uniforme, quindi, ma ideata da un creatore… Come ha detto recentemente il fotografo Oliviero Toscani, noi Italiani moriremo ignoranti, ma eleganti.

Da noi l’eleganza è un prodotto di esportazione, di commercio. Vi è, all’interno dell’amministrazione, una sorta di sotto-ministero incaricato del made in Italy. Allo stesso tempo , gli istituti culturali italiani hanno visto le loro risorse diminuire in maniera consistente. Più passa il tempo e più la cultura italiana rischia di essere rappresentata non dai libri o dalla pittura, ma da questa etichetta commerciale del made in Italy.

In che modo questa evoluzione dell’estetica convive con uno dei patrimoni artistici più ricchi del mondo?

Durante il suo precedente governo [2001-2006], Silvio Berlusconi aveva previsto di privatizzare i musei. Per esempio, voleva affidare la gestione degliUffizi, a Firenze, ad una multinazionale. Questo suscitò reazioni indignate da parte dei direttori della maggior parte dei grandi musei europei, il Louvre, il Prado. Più di recente, in un articolo pubblicato da La Repubblica, Salvatore Settis, archeologo e storico di fama, responsabile del patrimonio artistico italiano (una funzione chenon fa capo al governo), ha denunciato le gravi responsabilità dei governi successivi in merito al patrimonio artistico : l’abbandono, la mancanza di cure e i bruschi tagli alle risorse economiche. Il governo Berlusconi l’ha minacciato di licenziamento. E’ rimasto al suo posto grazie al sostegno dell’opinione pubblica.

La fontana di Trevi o il Colosseo non sono importanti solo per ciò che sono, ma perchè ci sono occhi che li guardano. Certamente questi monumenti hanno continuato a esistere durante il periodo fascista e l’occupazione nazista, ma quando non ci sono più persone che possano apprezzarli per il giusto valore, essi perdono il loro significato. La sensibilità alla bellezza appartiene a un momento storico e non al patrimonio genetico di una persona. E’ culturale, e quindi bisogna insegnarla.

Da quando la percezione del bello in Italia ha cominciato a cambiare?

Innanzitutto, chiariamo il termine “bello”. In senso filosofico l’estetica è stata oggetto di numerose teorie. Quella che ha prevalso, in particolare in Francia, è la concezione fenomenologica: il bello è guardato attraverso la percezione sensibile. Ma altri filosofi, Jankélévitch e Ricoeur, ad esempio, insistono sul carattere ontologico del bello: l’estetica deve essere legata all’etica. L’importanza del bello non dipende solo dall’oggetto stesso, ma dal suo carattere morale e sociale.

Se partiamo da questa definizione, si giunge alla questione italiana nel modo seguente: fin dall’inizio degli anni ‘80, si assiste, sui canali televisivi che appartengono a Berlusconi, a un lavoro che mira ad abbassare il livello estetico, dal punto di vista della percezione sensibile. Facciamo un esempio: se vedere una persona che sputa è considerato brutto, e la tv valorizza questo gesto, essa valorizza la bruttezza.

Si è prodotta una sorta di corrosione nel corso degli anni. La progettazione dei programmi è stata affidata a persone che lavorano nella comunicazione, che hanno lavorato senza tregua per rendere più volgari i contenuti, con l’occhio fisso agli indici di ascolto. Hanno praticato l’anatema generalizzato, la distruzione del buon gusto, della cittadinanza, del “saper vivere insieme”. L’Italia è al momento un paese teso, dove voi dite buongiorno e non sempre vi si risponde. E gli Italiani passano tra le quattro e le cinque ore davanti al televisore. Per l’80% di essi, la televisione è l’unica fonte d’informazione.

Com’è possibile che tale volgarità abbia attecchito tra gli italiani?

Il buon senso ci dice che è molto più facile insegnare il peggio che il meglio. La creatura umana è innanzitutto un animale: l’educazione alla bellezza, alla cittadinanza, rivela un contratto sociale che impone degli impegni. E per motivi d’audience, la televisione pubblica ha seguito l’escalation della volgarità.

Quanto a sapere perchè Berlusconi ha potuto portare avanti questo processo di corrosione mediatica… Ciò dipende, inizialmente, da una legge anticostituzionale: Bettino Craxi, ex presidente del Consiglio socialista e grande amico di Berlusconi [accusato di corruzione, all'interno dell'operazione "Mani pulite", è fuggito in Tunisia nel 1994, dove poi è morto], gli ha dato il permesso di sfruttare il canale Retequattro. Adesso, Berlusconi è sotto processo per uso abusivo delle frequenze analogiche e il Parlamento Europeo hadichiarato che il regime d’assegnazione delle frequenze non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi – tuttavia, ciò non ha cambiato nulla.Cose del genere possono succedere in Turkmenistan, ma non dovrebbero accadere in Europa.

Penso che l’Italia sia sempre stato un paese all’avanguardia, sia nel bello che nello sciatto: ha inventato il Rinascimento ed il fascismo, dopodiché li ha esportati molto bene. Adesso, è all’avanguardia per una certa forma di mediatizzazione: gli uomini politici hanno capito che la cosa più importante non sono le idee, ma il modo in cui essi appaiono sullo schermo. Ma attenzione: non bisogna vedere l’Italia come uno zoo, come un mondo sotto una campana: essa forse prelude a un futuro che ci interessa tutti…Quali sono le caratteristiche di questa corrosione mediatica? Tutti i programmi culturali, letterari o cinematografici sono totalmente scomparsi dagli schermi per lasciare il posto ai talk show, tra i quali c’è il programma della Rai “Porta a Porta”, di Bruno Vespa. Questo presentatore, per esempio, ha usato l’emozione generale causata da un infanticidio che ha avuto luogo qualche anno fa in una località di montagna: un bambino di 3 anni massacrato in una casa isolata, probabilmente da sua madre che aveva dei problemi psichici. Ebbene, gli Italiani hanno visto dozzine di programmi su tutte le ipotesi criminali possibili e immaginabili, con i dettagli più crudi teatralizzati.

Ci sono stati anche dei personaggi come Vittorio Sgarbi e Giuliano Ferrara che hanno presentato per anni, sulle tv di Berlusconi, dei programmispazzatura la cui “missione” era di normalizzare la volgarità. In una sua trasmissione, il Sig. Ferrara diffuse una rivoltante scena di un’esecuzione di un ostaggio in Iraq che tutti gli altri canali avevano scelto di non mostrare. Lo stesso dirige attualmente Il Foglio, un giornale di cui la moglie del Presidente del Consiglio è una dei proprietari. Nel 2003, egli confessò sulla prima pagina del suo giornale di essere stato un agente della CIA negli anni ‘80. All’epoca, era vicino a Craxi e quasi il suo consigliere personale. Era dunque strettamente legato alle istituzioni italiane, eppure collaborava con i servizi segreti di una potenza straniera. Le sua azioni appartengono al dominio dell’etica e della legge. Veniamo all’estetica, che è il tema della nostra conversazione: egli descrisse la sua fanfaronata dicendo che quando riceveva delle buste piene di dollari, nei giardini del Pincio, a Roma, provava dei “brividi erotici”. Tutti i commenti sono superflui.

Esiste un’estetica berlusconiana? L’idea del gusto che si fa Berlusconi?

E’ una persona che si fa fare un lifting e mette i manifesti. Idem per i suoi trapianti capillari: si fa filmare con un foulard sulla testa nel frattempo che l’innesto prenda. Berlusconi è un uomo di spettacolo, è da là che egli proviene. Ai suoi esordi, era animatore sulle navi da crociera. Ma il Berlusconismo non spiega tutto. Ci sono anche i suoi alleati. La Lega Nord, con le sue idee violentemente xenofobe, le sue camicie verdi e il suo folcloreda buffoni, le sue ricostruzioni del Medioevo di cartapesta, i suoi riferimenti a un sedicente passato celtico. Il 10% degli Italiani è d’accordo con questo, nelle regioni più prospere del paese – là dove dei contadini che si nutrivano di polenta adessoguidano le Ferrari. Questo modo di inventare le tradizioni e di metterle in scena serve a convincere persone culturalmente fragili. Ed è là che si cade nel grottesco.

Anche Mussolini era grottesco, lo si vede bene nel fimati dell’epoca, quest’uomo falsamente virile, petto in avanti, mento deciso, con la sua parlata gutturale. A quei tempi, i suoi avversari lo trovavano ridicolo. E tuttavia, una gran parte del popolo italiano lo amava.

In che modo la letteratura è influenzata da queste trasformazioni?

La letteratura? Povera lei! Non può entrare in competizione con tutto questo senza lasciarsi fuorviare. Per prendere una metafora olimpica, la letteratura perde necessariamente ai 100 metri – la televisione e i media in generale vincono sempre la corsa – ma ha più possibilità nella maratona. D’altrondenon c’è solo lei . Quanti artisti o scienziati italiani sono andati all’estero, per colpa dei budget? L’arte, come le discipline intellettuali, ha bisogno di molto ossigeno per espandersi. Se si comincia a sorvegliarla, a imbrigliarla, soffoca.

Ha l’impressione che le manchi l’aria in Italia? Ed è per questo che non ci vive praticamente più?

Uno scrittore porta sempre con sè il suo paese, perchè la sua vera Heimat [patria N.d.T.], la sua vera terra natale, è la sua lingua. “La mia patria è la lingua portoghese”, diceva Pessoa; io potrei dire la stessa cosa per l’Italiano. Ma io non mi sento in esilio e torno di tanto in tanto alla mia casa natale in Toscana. L’Italia è attualmente una “democrazia vigilata”, dove non c’è spazio per la libertà di parola. Da una parte, l’impero berlusconiano con quasi tutti i media, la distribuzione cinematografica, senza contare le case editrici e le agenzie assicurative; dall’altro lato, un piccolo spazio riservato al più grande partito d’opposizione, gli ex-comunisti del Partito Democratico, alcune banche, alcune amministrazioni locali, un pò di stampa. Non si può”disturbare” questo equilibrio. Di recente, ad esempio, Berlusconi, che èsotto processo per un grave reato di corruzione, ha presentato una legge che mira ad assicurare davanti ai giudici la propria immunità, quella dei due presidenti del Parlamento [Presidente della Camera e del Senato] edel presidente della Repubblica. E’ una legge anticostituzionale, perchè il terzo articolo della Costituzione garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Ora, il Presidente della Repubblica l’ha firmata il giorno dopo, quando aveva un mese per riflettere e per rimandarla in Parlamento. Ma se osate dire l’evidenza, e cioè che questa legge è anticostituzionale, venite immediatamente attaccati, non solo dalla stampa berlusconiana (o quella a lui favorevole, come il Corriere della Sera), ma anche dalla stampa “indipendente”, vicina al Partito Democratico. Una trentina di magistratidi fama sono stati trattati da incompetenti per aver firmato un manifesto quando questa legge infame è stata presentata. Ma perchè il Presidente della Repubblica, l’ex-comunista Napolitano, l’ha firmata? Se avanzate l’ipotesi più logica, cioè che anche lui consideri “utile” questa legge, avrete dei problemi. Capite perchè uno scrittore come me non abbia voglia di vivere in un clima del genere.

Per più di dieci anni ho denunciato sulla stampa l’infezione italiana: la corruzione, il conflitto di interessi, l’attacco dei politici contro la giustizia, l’arrivo trionfale della bruttezza, la caduta in basso della democrazia. Ma non vorrei, alla mia età, diventare un medico specialista: a forza di occuparsi di uno “Stivale”, si rischia di dimenticare il corpo al quale appartiene la gamba. Il mondo è vasto, e davanti ai grandi problemi del mondo, davanti alla grande bruttezza e alla grande bellezza del mondo, quelli dell’Italia sono piccoli problemi, della piccola bruttezza e della piccola bellezza.

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