
Torino, 4 aprile 1944.
“Angeli miei,
ci hanno allungato la vita di 24 ore per sottoporci ad un interrogatorio.
E’ stata una giornata densa di pensieri. Tutta la vita mi è passata innanzi, ma più di tutto, sopra tutto, tu moglie mia, tu figlia mia.
Il cappellano che ci assiste, e col quale ho avuto anche un cordiale colloquio, mi ha detto che svolgendo certe pratiche è possibile riavere il cadavere. Fatelo, a me non importa nulla, ma so che per voi potrà essere un conforto; se, poi, tu facessi la tomba in un posto ove un giorno (molto lontano) ti potessi riavere vicino a nanna con me, allora ne sarei contento. Attenderò quel giorno con tutta la passione mia, ma che venga lontano, in modo che tu possa vedere i figli di nostra figlia più grandi di quel che ho visto io mia figlia.
Il mondo migliorerà, siatene certe: e se per questo è stata necessaria la mia vita, sarete benedette.
Io vi benedico per il grande conforto, per il grande sostegno che la certezza di essere da voi due ricordato ed amato mi dà e che mi fa andare sereno davanti al plotone di esecuzione. La mia fede mi ci fa andare sorridendo.
Tenetemi nel vostro cuore per tutta la vita, come io per tutta l’eternità.
Tuo marito, tuo babbo”.
Paolo Braccini (Verdi). Anni 36. Fucilato il 5 Aprile 1944 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da un plotone di militi della GNR. Medaglia d’oro al Valor Militare.
E’ bene ricordare che la libertà non è un’idea ma un bene comune e se di essa non godono tutti non saranno liberi neppure coloro che si reputano tali.
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